Tra antico e moderno
Emilio Vedova (Venezia, 1919 – 2006) è stato uno degli artisti più rappresentativi dell’informale, che ha operato basando il proprio linguaggio pittorico sulla gestualità, sull’uso creativo della materia e del segno. Le opere di Vedova sono esplosioni di pennellate contrastanti che mirarono a denunciare un malessere collettivo.
La pittura gestuale di Vedova si ispira alle esperienze futuriste e all’action painting statunitense. Partigiano durante l’invasione nazista e chiaramente schierato, Vedova trova nell’astrazione gestuale la forma espressiva più adatta per affrontare tematiche di tipo politico e sociale.
Le opere di Vedova comprese nella collezione del maestro Remo Brindisi sono tre.
Un bellissimo disegno a carboncino della facciata della chiesa veneziana di San Moisè, è stato realizzato da Vedova a quindici anni, come altri disegni di chiese, in esterno e interno, prodotti in quegli anni con stupefacente abilità, maturità e libertà di segno.
In foto è riprodotta una delle tempere del ciclo Diario di Spagna ’61. Si tratta di studi preparatori per una delle sue più importanti opere litografiche di protesta e denuncia contro guerre e totalitarismi: la cartella Spagna Oggi con dieci litografie e poesie di poeti spagnoli contemporanei, edita nel 1961 da Giulio Einaudi, in cui aleggia il ricordo della guerra e il senso di un lungo e amaro dopoguerra franchista.
Infine la Casa Museo Remo Brindisi conserva una bellissima opera del 1975 dal titolo Compresenze, composta di tre serigrafie su pannelli trasparenti di perpex dentro una scatola di plexiglas. I pannelli sono mobili ed possibile cambiarne l’ordine all’interno della scatola, variando di conseguenza i rapporti reciproci delle raffigurazioni, che si percepiscono insieme per la trasparenza del supporto. Si tratta di un multiplo prodotto in 99 esemplari, di cui l’opera della Casa Museo è la n.41.
Emilio Vedova, Diario di Spagna 61, 1961, Inchiostro, tempere, pastello, carboncino su carta giallina di Fabriano intelata, cm 35×49
Tra antico e moderno nel Museo Delta Antico: