DI CHI SI TRATTA
Christo Javašev nasce a Gabrovo in Bulgaria il 13 giugno 1935. Studia arte all’Accademia di Praga e poi dal 1958 a Parigi, dove conosce la futura moglie Jeanne-Claude de Guillebon, con la quale comincia un percorso artistico congiunto.
LE OPERE
I due artisti sono noti per gli “impacchettamenti” temporanei e le installazioni su monumenti, edifici, parchi, colline, tratti di costa, isole. Christo e Jeanne-Claude, attraverso la loro opera, “svelano nascondendo”, aprendo all’immaginazione e celando o evidenziando il contenuto originale. Nel periodo di durata del progetto, siti, oggetti ed edifici diventano altro da sé, assumono l’aspetto della scultura e un’immagine rinnovata. Proporre una percezione della realtà che sia inaspettata, nuova e in conclusione, amplificata, è questa in sintesi la loro arte.
Uno degli aspetti peculiari dell’opera di Christo e Jeanne-Claude è la redazione di una corposa documentazione progettuale, con lo scopo di chiarire il più possibile i progetti alle autorità e al pubblico. Progetti ambiziosi che spesso hanno richiesto tempi lunghissimi per le autorizzazioni e la minuziosa progettazione e organizzazione.
Tra gli interventi più noti, il Muro di Barili del 1962 a Parigi, la Wrapped Coast, One Million Square Feet a Sidney nel 1969, l’impacchettamento del del Reichstag di Berlino nel 1995, le Sourrounded Islands in Florida nel 1982, le Floating Piers sul Lago di Iseo del 2016.
CHRISTO ALLA CASA MUSEO REMO BRINDISI
Nella Casa Museo Brindisi è possibile apprezzare un’opera di Christo. È un pacco contenente riviste tra cui un numero del bisettimanale americano”Look” del 1969, legato con lo spago e messo in cornice. È un’opera che fa parte del progetto curato da Daniel Spoerri “Edition Mat”, cioè “Multiplication d’art trasformable”. Si tratta di opere di artisti come Duchamp, Tinguely, Man Ray, prodotte in serie limitate di cento esemplari. Si tratta di “originali moltiplicati” in cui la stessa idea viene rifatta più volte con alcune varianti.
Nell’esposizione della Casa Museo Brindisi l’opera di Christo si trova inella cosiddetta “camera nera”, in un’atmosfera che ha come riferimento principale il “Nouveau Réalisme”, movimento artistico fiorito agli inizi degli anni ’60 con un manifesto di intenti scritto dal critico Pierre Restany. E’ stato una versione europea del movimento “Pop”. Proponeva la sostituzione della pittura con la raccolta e presentazione di oggetti di consumo ordinario (piatti, posate, letti, ecc. ) sottoposti ad azione distruttiva simile a quella operata sui valori della società, oppure ad un’azione di raccolta e conservazione, opposta polemicamente a quella di vertiginoso consumo operato dalla società. Tra Milano, Nizza e Parigi, ha accomunato artisti come Mimmo Rotella, Jean Tinguely, Yves Klein, Raymond Hains, Niki de Saint Phalle, Arman, César, gli stessi Daniel Spoerri e Christo. E’ stato dichiarato concluso dai partecipanti con un funerale, nel 1970, in occasione del quale Christo e Jeanne Claude hanno impacchettato il monumento a Vittorio Emanuele in piazza Duomo e quello di Leonardo da Vinci di fronte alla Scala.
L’opera della Casa Museo è stata oggetto di restauro nel 2015-2016 a cura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, Corso Ciclo Unico di Restauro PFP2. Hanno restaurato Lucia Vanghi, Martina Bernabiti, Francesco Niboli.